Più armi a Kyev con i soldi Russi

Più armi a Kyev con i soldi Russi

𝗦𝗶 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗳𝗮𝗿𝗲…

Destinare i proventi maturati sugli asset russi immobilizzati in Europa alla difesa ucraina non è un dettaglio contabile: è il modo più rapido, legale e sostenibile per dare a Kyiv aria, scudi e munizioni contro un’aggressione in corso. L’UE lo ha già avviato; adesso serve farlo bene e farlo in fretta.

Tre ragioni, in chiaro. Primo: parliamo dei profitti generati da quelle riserve — non del capitale. Così si sostiene chi è sotto attacco senza violare immunità sovrane o toccare il principale.

Secondo: i flussi esistono e stanno arrivando. Bruxelles ha già incassato più tranche e le ha indirizzate soprattutto alla difesa aerea, all’artiglieria e alla protezione delle infrastrutture. Non promesse: fondi che entrano in cassa e diventano capacità sul campo.

Terzo: la scala può crescere. Il G7 ha costruito prestiti garantiti proprio da questi futuri profitti. È un acceleratore: anticipi risorse oggi, le ripaghi con i flussi domani. Per l’Ucraina significa resistenza adesso, quando i missili e i droni arrivano adesso.

Cosa ci compra l’Europa, in sostanza. Tempo operativo. Tempo per intercettare attacchi sull’energia, ricostruire linee elettriche sotto tiro, tenere il fronte con munizioni e ricambi, mantenere la pressione diplomatica. Il canale è semplice: la gran parte dei proventi va a un fondo europeo che rimborsa gli Stati membri quando forniscono sistemi e munizioni a Kyiv; una quota minore sostiene industria e ripristini essenziali. Meno attrito, più prevedibilità.

Obiezioni ricorrenti, risposta breve. “Rischio legale?” Ridotto proprio perché si usano i profitti, non il capitale. “Basterà?” Da soli no: per questo i prestiti garantiti moltiplicano l’impatto. “Reputazione finanziaria dell’UE?” È preservata se restiamo nel perimetro concordato con partner e diritto internazionale. Il costo di non agire è concreto: un fronte che cede, nuove ondate di rifugiati, prezzi energetici più instabili, più spesa militare per tutti.

Tre esiti possibili.

  1. Continuare e velocizzare l’attuale meccanismo sui profitti: più cadenza, rendicontazione chiara, effetti visibili (difesa aerea, munizioni, riparazioni). Via giuridicamente più solida.
  2. Affiancare con decisione i prestiti garantiti dai profitti: effetto massa immediato, rientro scaglionato. Via dell’impatto.
  3. Rallentare per veti interni: trasferisce il costo della lentezza sui civili ucraini e sulla sicurezza europea. Via dell’inerzia, la più cara nel medio periodo.

Se l’Unione usa regolarmente i profitti e li moltiplica con i prestiti, allora l’Ucraina può resistere e l’Europa difende il proprio ordine di sicurezza; se esitiamo, pagheremo poi un prezzo più alto — in soldi, in sicurezza, in credibilità.

— 𝗦𝗲𝘃𝗲𝗿𝗶𝗻 𝗔𝘇𝗶𝗺𝘂𝘁